Ognuno di noi è diverso: perché le diete sono tutte uguali?
La scienza nutrizionale è in continua evoluzione e con lei il business delle diete: c’è stato il tempo della Atkins, poi della Dukan, del gruppo sanguigno, del digiuno intermittente, disintossicante, a zona, del pompelmo. Ora siamo nell’era della Chetogenica.
Di diete ce ne sono di ogni tipo: ognuna ci promette di avere il segreto della perdita rapida di peso e del mantenimento di una massa magra. E noi ci lasciamo convincere!
La verità è che la scienza nutrizionale è davvero troppo complicata per dare consigli facili e soprattutto che possano essere applicati da tutti.
Siamo sempre alla ricerca di risposte più facili e veloci e in tutti questi anni c’è sempre stato qualcuno disposto a darcele.
Perché diciamocelo: è molto più facile seguire una dieta con delle regole ben precise, seppur a volte particolari (per non dire parecchio strane), piuttosto che preoccuparsi di trovare un equilibrio tra le tante sostanze nutritive di cui il nostro corpo ha bisogno. Vero?
Ma in realtà, una dieta prescrittiva, ovvero quella in cui ci viene detto cosa possiamo mangiare e cosa no, non ci insegna davvero come nutrirci, ma ci impone soltanto un regime alimentare. Siamo più attratti da queste diete perché ci danno una versione semplificata della nutrizione, che invece è una cosa molto complessa.
Quando siamo tentati di iniziare a seguire l’ultima dieta alla moda, dovremmo chiederci: “Io potrei seguire questa dieta per il resto della mia vita”? Se la risposta è no, forse non è una buona idea seguirla.
Uno studio pubblicato nel 2020 ha fatto un’analisi sulle diete più famose degli ultimi decenni e ha dimostrato che effettivamente, nei primi 6 mesi, le diete che tagliano un macronutriente (carboidrati o grassi) provocano una modesta perdita di peso, e anche minori rischi cardiovascolari.
Dopo 12 mesi però, i miglioramenti raggiunti in gran parte svaniscono: si riprende il peso e i rischi per la salute salgono di nuovo. Il fatto è che anche a prescindere da quale dieta si segua, non si può ignorare l’aspetto psicologico.
Infatti, diversi studi hanno dimostrato che le persone che si considerano a dieta hanno maggiori probabilità, rispetto a chi non lo è, di mangiare più di quello che dovrebbero quando sono ansiose o depresse. Questo succede anche perché le diete che categoricamente ci vietano alcuni cibi, nel tempo, ci fanno ossessionare provocandoci la sensazione di non riuscire a controllarci quando abbiamo i cibi proibiti proprio sotto mano.
Quando c’è qualcosa di proibito non riusciamo a fare a meno di pensarci e, alla fine, facciamo quello che non avremmo dovuto fare. E così, la volta in cui ci concediamo uno strappo alla regola (e quella volta inevitabilmente arriva), mangiamo molto più di quanto il nostro corpo avrebbe bisogno.
Questo è chiamato “effetto dell’ultima cena”, ovvero l’idea che sia l’unica occasione dove poter mangiare ciò che vogliamo, o “what the hell”, cioè la percezione che aver sgarrato mandi all’aria tutte le restrizioni autoimposte, portandoci a pensare “va beh, tanto ormai…”.
Il rischio quindi è quello di perdere il contatto con il nostro normale appetito, di creare un effetto yo-yo e di conseguenza il rimbalzo tra una dieta e l’altra.
Seguendo una dieta specifica -costruita anche per migliaia di altre persone- è facile fallire perché, molto probabilmente, non è la dieta adatta a te.
L’alimentazione, oggi, non è più solo un fattore di raggiungimento dell’apporto calorico ed energetico che ci serve per vivere. Attualmente ha assunto diversi connotati sociali e psicologici: mangiamo per stare in compagnia, o per noia, o per non sentire emozioni negative o, al contrario, per sentirne di positive, come ad esempio la sensazione che ci provoca mangiare quello specifico alimento, il suo profumo o il suo gusto che ci ricorda diverse esperienze.
L'alimentazione e il cibo veicolano per una determinata persona degli specifici significati, che non sono mai uguali per tutti: cambiano a seconda delle esperienze e del proprio percorso di vita.
E allora perché la dieta viene venduta spesso come un pacchetto o una scheda preimpostata, che vale per tutti? In Movid crediamo fortemente che ognuno di noi sia unico e che siano le nostre esperienze vissute a fare di noi quello che siamo ora.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute non come assenza di malattia ma come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale. Ma non si raggiunge il benessere attraverso il soddisfacimento immediato di un bisogno, bensì comprendendo come attuare dei comportamenti che, su larga scala e a lungo termine, possano permetterci di raggiungere e mantenere nel tempo uno stato di salute e di benessere.
In questi termini si può comprendere come la dieta possa essere un valido strumento per raggiungere il benessere, se ci si dà la possibilità di lavorare sugli aspetti specificatamente personali legati all'alimentazione, affinché si possa raggiungere il risultato sperato.
Da Movid cerchiamo di prendere in considerazione tutti gli aspetti legati alla perdita di peso, perché non può essere solo la dieta in sé a farci raggiungere uno stato di benessere psicofisico.
Considerando tutti gli aspetti di cui abbiamo parlato finora, il consiglio più sincero è quello di affidarsi a professionisti della nutrizione. La nostra biologa nutrizionista, come tutto il resto dello staff, cerca di offrire un percorso nutrizionale il più possibile personalizzato ed in linea con il tuo percorso di vita, senza lasciarsi influenzare dalle diete del momento.
Questo non significa che non ci sia una continua formazione da parte nostra, anzi: siamo sempre attente a conoscere gli studi e gli aspetti positivi di una nuova dieta, ma senza cavalcarne l’onda mediatica proponendola a chiunque si rivolga al nostro studio.
Ecco, sì: crediamo che sia proprio questo il nostro valore aggiunto, ciò che sicuramente ci contraddistingue!